IL RUOLO DELL’HERITAGE
Heritage è un termine ombrello che viene utilizzato per indicare il complesso del patrimonio di un territorio, sia esso storico, artistico, culturale o naturale. Tuttavia, esso non è il mero insieme di questi elementi ma ne determina il valore che ad essi viene attribuito. Secondo la definizione di Graham, Ashworth e Tunbridge [2016], il termine coincide, pertanto, con una modalità di guardare al passato propria della contemporaneità e ad essa soggetta. Il passato, in questo senso, diviene risorsa per il raggiungimento di obiettivi del presente attraverso la spazializzazione degli elementi che divengono così il ‘paesaggio storico’ di un determinato territorio.
Così considerato l’Heritage è un costrutto culturale in continua negoziazione, specchio e manifestazione della cultura di un determinato luogo e di un determinato tempo.
In riferimento alla memoria e al legame affettivo delle comunità locali delle valli del Reno e del Bisenzio con il patrimonio storico-culturale e le eredità del passato, la marginalità del territorio appenninico sembra aver giocato un doppio ruolo: da un lato, la scarsità di servizi che hanno portato allo spopolamento, all’interscambio della popolazione e alla depressione economica, sembra far ri-negoziare i significati attribuiti ai luoghi e i simboli della memoria; dall’altro, la marginalità appenninica sembra essersi costituita come una sorta di bolla che ha permesso di conservare delle nicchie storico-ecologiche, che altrimenti sarebbero andate perdute, sia a livello di conservazione materiale che di trasmissione della memoria.
In entrambe le valli, il patrimonio etrusco offre opportunità legate al turismo, ma la sua valorizzazione, gestione e trasformazione in risorsa economica non è priva di problematiche. La cura dei siti richiede investimenti consistenti in conservazione, promozione e infrastrutture, risorse che non sempre sono facilmente reperibili: le pressioni economiche su questi siti spesso spingono verso un modello che preferisce il ritorno immediato sugli investimenti, il che può, talvolta, portare a scelte che privilegiano l’accessibilità e la fruibilità a discapito della protezione e della conservazione dei beni con il rischio di compromettere l’integrità dei siti stessi.
Inoltre, la gestione del patrimonio culturale può talvolta risultare frammentata tra diversi enti e soggetti coinvolti, creando difficoltà nell’attuare strategie efficaci.
Da qui l’importanza di una profonda conoscenza del territorio e dei suoi bisogni effettivi ed attuali nella costruzione di progetti, proposte e percorsi di ampio respiro e praticabili sul lungo termine e che, allo stesso tempo, siano in grado di interagire con le comunità che abitano il territorio perché siano esse stesse partecipi ed agenti il cambiamento.